Il calcio è solo una metafora poetica utilizzata da Nazidanie, non è l’argomento vero e proprio, e le tematiche affrontate sono gigantesche e multiformi. Nella stagione successiva approda in Italia vestendo la casacca azzurra del Napoli dove rimane solo per un anno, raggiungendo tuttavia coi partenopei l’8º posto ed ottenendo così i play-off. Il 27 gennaio 1946, Napoli-Bari 2-1: al gol tanto atteso dell’albanese Lustha, il primo in maglia azzurra del neo acquisto, l’esultanza fu tanta da far crollare una fetta delle tribune. Il 25 gennaio 1925, in una partita contro una selezione della 46º Fanteria, comparve per la prima volta una maglia a strisce nere e azzurre, con la quale poi il Cagliari FBC disputerà il campionato regionale sardo. “passato” ideale. Poi c’è il fattore Vardy, Mahrez, Ranieri: tutte storie di rivincite personali e della provincia – quello stesso concetto di rivalsa che per Balotelli, se vincesse la Ligue1 a Nizza, probabilmente non varrebbe. O quando sei al ristorante e ti tirano una foto sul piatto per l’autografo dicendo “dai, firma che non è neanche per me”. Io tifo Inter, ogni volta che apro la pagina FB dell’Inter mi viene da urlare: grafiche sempre diverse, font a caso, maglie brutte, foto ancora più brutte.
Il tifo “vero”, fatto anche di scontri, è meglio del tifo educato e della partita vista come intrattenimento di un paio d’ore. Chitoi: Esatto: c’è il culto dell’uomo che andava a lavorare in fabbrica vs il metrosessuale con cui si identifica il calciatore tipo, Ranieri che era criticato da un peccatore di hybris come Mourinho, quindi un po’ la tisis dell’arroganza e il fatto che fino all’anno scorso nessuno conosceva il Leicester e quindi sembrava qualcosa di alieno, la vera favola di provincia. Ⓤ Però il Leicester che vince la Premier è nostalgico? Non dico da parte vostra, ma come obiettivo nostalgico. Da lì a pensare che Sgrò fosse un fuoriclasse il passo è breve – e poco importa se il “Parma” tanto celebrato oggi è in Lega Pro anche perché da quegli anni ha preso la parte peggiore. Detestando tutto ciò, sono stato felice di imbattermi, poco fa, in una pagina Facebook chiamata “Serie A anti-nostalgica”, un nome che richiama la più famosa pagina nostalgica e, in modo a volte ironico, a volte meno, si dedica a combattere la nostalgia calcistica mostrando i lati più pop del calcio di oggi, e ridicolizzando la presunta santità di quello di ieri.
La trovi ovunque: sia sulle pagine Facebook dedicate che nei gruppi WhatsApp, siti magliette calcio sia sulla fascia di capitano di Papu Gomez che nelle discussioni al bar. 51% della proprietà deve essere nelle mani di un’associazione sportiva di cui fanno parte i tifosi e il cui voto è determinante per la nomina degli organi sociali. Crea un ‘noi’ e un ‘loro’: nella separazione delle squadre in un undici contro undici, nella divisione tra settori gradinati, persino nelle rette e nei semicerchi di gesso bianco che cesellano il prato di gioco, un rettangolo a sua volta separato dal mondo che, trepidante, lo osserva sugli spalti. Segnerà nella vittoria storica a Siviglia contro la Spagna in Nations League pochi mesi dopo. Suttttuuyy: Esatto. Non c’è un solo elemento di coerenza in questa nostalgia posticcia: prendi l’esaltazione per gli Hubner che fumavano e bevevano come muratori degli anni ’50, e contemporaneamente la censura morale contro i “giovani viziati” che vanno in discoteca, spendono, si fanno i tatuaggi e non disdegnano l’alcol. Suttttuuy: Ormai la retorica della nostalgia per il calcio degli anni ’90 (e per gli anni ’90 in generale) è totalmente irrefrenabile. Per questo motivo uno degli idoli del popolo è tal Leigh Griffiths, detto «Sparky», attaccante del Celtic e pure della nazionale scozzese cresciuto (hai visto mai) a Leith.
Trovo deplorevole la la retorica che sta attorno alla nostalgia: quella degli uomini veri, del machismo, dell’onore (pensa a Icardi simbolo negativo per mere questioni extra-calcistiche). Ciao vecchio GRAZIE. GRAZIE per la persona che sei per me. Per centrare l’obiettivo la nuova società porterà solidità al progetto ma sarà necessario anche una squadra che abbia i mezzi per lottare ai vertici del campionato. Proprio quando sembrava che avessimo appena superato le influenze tennistiche – alimentate dall’amatissimo Challengers di Luca Guadagnino – ecco che già si presenta una nuova tendenza sportiva: la maglia da calcio. Il Palermo calcio ha regalato al regista la maglia ufficiale con il 22, il suo numero portafortuna. 8. LE MAGLIE DEI CAMPIONIDifficile trovare un oggetto che abbia più fascino di una vecchia maglia da calcio, ancora di più se si tratta delle magliette indossate dai grandi campioni. La corsa parte subito velocissima e già sullo stappo della Villa Medicea di Poggio a Caiano, si intuiscono le azioni belliche dei contendenti alla vittoria.